Friday, May 11, 2012

Cinque Domande all'Autore - Parte III

Cosa vuol dire essere uno scrittore emergente italiano ma vivere all’estero?


Essere un outsider è sempre conveniente. Lo è nelle dinamiche con i parenti, e lo è di certo a livello sociale. La gente ti guarda sempre con un occhio diverso, non ha punti di riferimento per classificarti, e questa cosa ti concede un ampio margine di vantaggio, sia nel tuo paese di provenienza, che in quello di residenza. Soprattutto quando decidi di presentarti come scrittore; chi lo avrebbe mai detto? Chi non vorrebbe esserlo? Chi non vorrebbe essere anche capace di vendere?


L'identità di un individuo si forma anche attraverso i feedback che riceve dall’esterno, e quindi tramite gli incontri che fa. Se incontri sempre la stessa gente, o ti informi sempre attraverso gli stessi canali, l’identità che vorresti farà fatica a formarsi ed emergere. É un processo naturale fatto di dinamiche del tutto “normali”. 
Se invece te ne vai, e trovi un luogo dove giornalmente hai l'opportunità di confrontarti con il mondo, lentamente questa tua nuova e desiderata identità si inizia creare. 
Disse bene Steve Jobs, quando disse che i punti si collegano guardando nel passato, ma che bisogna credere in questi punti, che bisogna credere in qualcosa. Io aggiungo che per credere, bisogna anche allontanarsi da coloro che ti impediscono di farlo. La tendenza al sud, per esempio, è quella di scoraggiare ogni tentativo di espressione. È una tendenza che ha delle radici solide, che fa parte della cultura. Il nuovo, spesso, disturba gli animi, e di conseguenza influenza il tuo lavoro e soprattutto la tua capacità di visualizzare un obiettivo ambizioso.



La parola estero comunque a me non piace. Mi sento a casa. Mi sento Europeo. È una nuova sensazione, che si acquisisce col tempo. Sono molto legato all'Italia e alla Sicilia, ma l'Inghilterra mi ha dato veramente tanto. Non avrei mai potuto puntare sulla scrittura vivendo in Italia, con una famiglia da mantenere, e tutto quello che ogni genitore e compagno sa di dover garantire. 
Vivere nel Regno Unito significa avere la possibilità di scelta; la possibilità di decidere di lavorare su te stesso, mentre continui a lavorare per la tua famiglia. Ovviamente ci vuole una buona dose di pazzia, ed una donna accanto che abbia una grande pazienza. Cose che a me non sono mancate. Inoltre ci vuole una grandissima forza di volontà. 
Poi c’è
 qualcosa di molto importante. Andando via dall’Italia, si esce fuori dalla bolla mediatica, e si inizia ad imparare un nuovo modo di comunicare, che non è fatto soprattutto di quello che ti dice la televisione. Si inizia ad esplorare tutto quello che c’è da esplorare. 
Inoltre, le novità arrivano prima da queste parti, perché spesso prodotte e/o distribuite da questa gente, quindi si ha un grande vantaggio nell’immaginarsi, per esempio, il futuro dell’editoria italiana quando si è vissuto da vicino, e già da molti anni, il cambiamento dell’editoria anglo-americana. 



L’italiano aveva un limite; Internet. Facebook e l’Apple hanno rotto quest’incantesimo, e guarda caso Amazon ne ha immediatamente approfittato. Ti ricordo che senza l’Apple, l’italiano medio non avrebbe mai usato una carta di credito on-line. Ora chiudendo il discorso, da outsider, prevedere il futuro dell’editoria italiana non è stato per nulla difficile.
Pensa, che una settimana prima di pubblicare l’edizione kindle di “Sono io la tua aria”, in Italia mi avevano tutti sconsigliato di farlo. Fortunatamente, mi sono fidato dei miei punti ed ho creduto fino in fondo in quello che avevo capito ed intuito. 

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